Il totem del festival Da Vicino Nessuno è normale, disegnato con tratti incisi e in bianco e nero, con uno stile visionario e onirico.
Il totem del festival Da Vicino Nessuno è normale, disegnato con tratti incisi e in bianco e nero, con uno stile visionario e onirico.

da vicino nessuno è normale

Ideato nel 1996 per aprire definitivamente il cancello dell’ex ospedale psichiatrico di Milano, il festival, dai primi anni di vita ha invitato i cittadini a confrontarsi con un luogo e una memoria rimossi della città, accompagnandoli a scoprire uno spazio urbano per molti sconosciuto.

Il totem del festival Da Vicino Nessuno è normale, disegnato con tratti incisi e in bianco e nero, con uno stile visionario e onirico.
Illustrazione in bianco e nero di Carlo Gazzi per il Festival Da vicino nessuno è normale 2025, con una creatura fantastica multiforme, metà umana e metà animale, su fondo nero.

Dal 30 maggio al 1 luglio 2025 - XXIX edizione

Da vicino nessuno è normale 2025

Il teatro è l’arte del presente dice Ariane Mnouchkine, fondatrice del Théâtre du Soleil, è questo il legame intimo che accomuna nel buio e nel silenzio di un teatro, attori e spettatori: i racconti dei corpi sono anche le storie di chi ci ha preceduto, sono i nostri corpi che guardano il mondo e lo incontrano.

Gli spettacoli ospiti al festival 2025 sono esperienze ed esplorazioni intorno alla natura del vivente e alle sue fragilità, giocano con le lingue e i linguaggi del corpo, conducono gli spettatori nel parco, tra gli alberi, sotto le stelle, in un museo, intorno a un tavolo, nel vuoto creativo del teatro.

Avantprogramme
Da vicino nessuno è normale 2025

  • Albe/Ravenna Teatro / Ker Théâtre Mandiaye N’Diaye / Teatro Caverna
  • Cuocolo/Bosetti
  • Libreria Alaska/Vittorio Lingiardi/Isabella Saggio
  • All You Need Is Pop/Radio Popolare
  • Michelangelo Dalisi/Marco Cacciola/Teatro di Napoli
  • Libreria Alaska/Wu Ming 1
  • Teatro delle Ariette
  • Milena Costanzo
  • Teatro la Ribalta/Antonio Viganò
  • Antonio Tagliarini/Index
  • Valentina Dal Mas/La Piccionaia
  • Giovanni Ortoleva/Valentina Picello/Teatro della Tosse
  • Teodoro Bonci del Bene
  • Qui e Ora/La Confraternita del Chianti
  • Elio De Capitani/Cristina Crippa/Teatro dell’Elfo
  • non-scuola/Teatro delle Albe

Nei giorni del festival, l’ex Ospedale Psichiatrico si trasforma in cuore pulsante, valorizzando il quartiere come luogo vitale in grado di dare forma a una narrazione positiva e favorendo la costruzione di legami sociali.

Una scena di festa all’ingresso del Paolo Pini durante il primo Festival Da vicino nessuno è normale (1998), con un uomo su una Vespa circondato da persone sorridenti.

Dal 1997 ad oggi

Un laboratorio di cittadinanza

Il manicomio di Milano era un terreno arido trent’anni fa, le persone sole e gli spazi chiusi. Oggi il Paolo Pini è un laboratorio di cittadinanza, un luogo che sprigiona energia sociale e culturale.

Per aprire i cancelli e far entrare i cittadini, abbiamo scelto di usare la cultura come testa d’ariete – che negli anni ’90 sembrava non avere alcun valore. In particolare, abbiamo pensato al teatro, per invitare le persone a fare esperienza del cambiamento. Per questo è nato un festival dal titolo Da vicino nessuno è normale e il TeatroLaCucina.

Azione collettiva di ragazze e ragazzi in corsa sul palco durante il progetto non-scuola al TeatroLaCucina

Il teatro come strumento di dialogo

La scelta del teatro, come strumento di dialogo con la città, ha permesso di dare nuova vita al luogo, passando attraverso le storie delle persone – la negazione della soggettività, la perdita degli oggetti personali e di conseguenza dell’identità erano le pratiche di spoliazione manicomiale – senza che le storie fossero solo un atto di denuncia. Il teatro ha introdotto la parola poetica, la metafora dei grandi testi, la distanza, l’emozione collettiva, la riflessione sul proprio tempo, ha restituito il senso di comunità.