Negli anni ‘80 il settimanale Ragazza In fece la scelta dirompente di affidare a Lea Melandri, figura tra le più significative del femminismo italiano e del movimento anti-autoritario, una rubrica di corrispondenza, che lei chiamò Inquietudini e che le diede l’occasione di inventare un nuovo dispositivo: non rispondeva direttamente a chi scriveva ma apriva al confronto con stimoli di carattere psicoanalitico, poetico e letterario mettendo in relazione le diverse voci raccolte e creando un primo “network sociale” fra ragazze e ragazzi che dialogavano tra loro attraverso la sua rubrica.
Ateliersi prende avvio dai testi delle lettere inviate a Lea Melandri presso la redazione di Ragazza In, per condurre un percorso tra gli adolescenti milanesi chiedendo loro di rispondere agli stimoli forniti da quelle lettere e aprendo spazi di discussione e creazione di nuove elaborazioni linguistiche.