9 – 11 Novembre 2023

Exhibition

al Museo del Novecento, itinerante in cuffia per 25 spettatori

  • Teatro

Date, orari e repliche spettacolo

  • 8 Novembre 2023, 10:00

    Replica scolastica

  • 9 Novembre 2023, 10:00

    Replica scolastica

  • 9 Novembre 2023, 20:15

  • 10 Novembre 2023, 10:00

    Replica scolastica

  • 10 Novembre 2023, 18:00

  • 11 Novembre 2023, 18:00

Crediti spettacolo

con Roberta Bosetti
regia Renato Cuocolo
curatrice Gaia Morrione
produzione IRAA Theatre, Teatro di Dioniso e Nuovi Paesaggi Urbani

In collaborazione con

Ho un museo nella testa

Pensato per i musei, si interroga sulla natura dell’esibizione dell’arte. Un gruppo di venticinque visitatori muniti di radio guide attraversa gli spazi museali guidati dalla voce dell’attrice performer.

Attraverso il flusso delle parole della performer, di fronte a noi prende forma una galleria d’arte irripetibile. Una mostra orale dove quadri e autori sono collegati dall’inciampo del ricordo. Un museo immaginario fatto di quadri visti e vissuti a cui collegare un momento, un’esperienza della nostra vita. Le immagini dei quadri e le immagini della vita. formano un museo interiore. Tutto il museo risulta reinterpretato e intensificato da questa interazione

I musei li frequentavo da giovane, allora cercavo delle risposte. Ora ritorno li per sapere se i quadri possono davvero riparare un danno. Ci serviranno questi quadri? Ci salveranno questi quadri?

Cuocolo/Bosetti

Lo spettacolo – senza alterare gli spazi esistenti ma anzi facendo proprio il senso di immutabilità che li caratterizza – opera un détournement del museo. Il risultato è la scoperta, dentro un luogo perfettamente reale, di un luogo nascosto, introspettivo e intimo, dove esistono sempre la possibilità di disorientarsi e la probabilità di perdersi.
Perché attraversare un museo vuol dire sempre creare una propria mappa, una psicogeografia nella quale visto, conosciuto e vissuto si intrecciano.
Un museo senza mura che lo trasforma da luogo di conservazione in un teatro di esperienze.

La storia di Exhibition è una storia di abbandoni. È un interrogarsi sul posto dell’arte nella nostra vita.

Appunti di visione

Alle repliche scolastiche hanno partecipato le classi 5E, 5F e 5G dell’IIS Pareto – Liceo delle Scienze Umane – a.s. 2023/24

Forse ho detto troppo, forse non ho detto niente …
Un quadro o una scultura, non basta studiarla o guardarla, ma bisogna viverla … Allo stesso modo non dobbiamo aver paura di far riemergere i nostri ricordi attraverso il potere della memoria, ma anche e soprattutto la forza delle parole.
Le parole infatti sono qualsiasi cosa si voglia immaginare che hanno il potere di trasformarsi e modificarsi a seconda della forma che vogliamo loro far prendere, come per l’appunto esprimere il nostro pensiero.
Di questa esperienza è proprio questo ciò che più mi ha colpito, ovvero il modo con cui l’attrice attraverso il suono della sua voce riuscisse a portarci all’interno di più realtà diverse, nonostante fisicamente i nostri corpi fossero sempre nello stesso luogo.
Shakira S. – 5G

È stata un’esperienza particolare, molto coinvolgente a livello emotivo. L’attrice è riuscita a trasmettere le proprie emozioni che i quadri provocavano in lei e mi ha colpito la frase che spesso, a fine discorso, diceva ovvero “Ho detto troppo, o forse non ho detto abbastanza”.
Questa frase mi ha fatto riflettere perché su certi argomenti si possono dire molte cose ma che non per forza sono le stesse per tutti dunque magari le cose che dico, per me, sono esaustive ma per altri potrebbero risultare frivole o incomplete.
Edoardo C. – 5G

Quella di venerdì è stata per me un’esperienza positiva.
Mi ha colpito in particolare la capacità dell’attrice di farci trascinare nelle sue parole.
Mi sarebbe però piaciuto molto se ci fosse stata la possibilità di soffermarsi a guardare di più le opere.
Annachiara B. – 5G

Non ho mai vissuto un’esperienza di questo tipo, è stato molto piacevole e interessante vedere l’arte teatrale sotto un punto di vista diverso dal solito. Camminare. ammirare e ascoltare mi ha dato modo di riflettere maggiormente su ciò che percepivo e secondo me ciò deriva dal silenzio del momento, poiché è vero che il silenzio aiuta e ascoltando la storia cercavo di rivederla attraverso i quadri unendo anche le mie sensazioni ed emozioni
Giorgia O. – 5G

Mi ha colpito molto lo spazio che è stato dato all’interiorità e alle emozioni; la profonda connessione tra personale sentire e dimensione artistica.
Mi ha colpito come l’attrice continuava a ricercare il proprio benessere tramite l’arte e tramite il bello. L’attrice durante la performance si è soffermata sull’importanza del ricordo, mostrando appieno quelle che possono essere le fragilità umane, come la perdita di una persona cara.
Mi ha colpito il bisogno di fuggire dalla propria città per provare a cercare una dimensione propria (quando racconta che è andata a Parigi).
Mi è rimasto impresso quando l’attrice si è soffermata sull’arte del cucire, riflettendo sul continuo bucare una stoffa e uscire dall’altra parte, quindi sull’importanza del silenzio, come atto di riflessione interiore.
Alessia G. – 5G

Sicuramente è stata una performance molto particolare, l’ambiente del Museo con tutte le opere intorno l’ha resa ancora più interessante. L’attrice ha fatto delle riflessioni molto profonde e a tratti quasi commoventi, facendo riferimento anche alla sua esperienza personale.
Clara P. – 5E

Questa nuova modalità che si sostituisce alla classica guida, è riuscita a cogliere a pieno la mia attenzione. Soprattutto la tematica sul ricordo, che ha fatto riaffiorare in me delle ferite, purtroppo ancora aperte, che il tempo non riesce a guarire, tanto da farmi quasi commuovere.
Maria Vittoria M. – 5E

Lo spettacolo è stato molto interessante e coinvolgente, porta a riflettere su molti aspetti. Mi è piaciuto molto il momento in cui l’attrice ha toccato l’argomento delle persone che non ci sono più, ha parlato di “chiamare i morti”.
Alessia L’E. – 5E

Mi è piaciuto molto il tema trattato della memoria dei defunti e del senso di solitudine che si ha dopo la perdita di un caro. L’attrice ha interpretato alla perfezione questo stato d’animo. Mi ha emozionato la parte in cui immaginava di chiamare al telefono quelle persone, sapendo che non avrebbe risposto nessuno. Mi è rimasta impressa anche la frase: “Quando perdi qualcuno, gli altri ti dicono sempre di viaggiare e di andartene per non pensarci, per cambiare registro”. Non me la sono dimenticata, dato che è una frase così vera, però, ha spiegato l’attrice, anche viaggiando sentirai quel senso di solitudine che non ti lascerà in pace. E questo è altrettanto vero. Ho apprezzato anche quando l’attrice si soffermava su alcuni quadri e poi la fine, quando si è allontanata mentre citava i nomi dei dipinti e dei loro autori.”
Giorgia M. – 5E

A me è rimasta impressa la parte in cui l’attrice ha toccato il tema dei cambiamenti, in particolare la frase “Ho sempre avuto un problema con i cambiamenti, mi sono sempre sembrati un’implicita ammissione di insoddisfazione”. L’ho apprezzata particolarmente perché mi ci si sono ritrovata e mi ha fatta sentire capita.
Gaia R. – 5E

Mi sono immaginata un’anima speranzosa in cerca di qualcosa di perduto, che vaga per il museo della sua memoria, ascoltando le note di L’amour dans les années 80 – versione pianoforte di Lilian Barbe.
Camilla C. – 5E

Il mio contributo sarà una poesia che mi ha suscitato la stessa nostalgia e le stesse emozioni che ho avuto modo di rivivere giovedì al museo del ‘900 durante la performance dell’attrice.
Quante volte t’ho atteso alla stazione
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
rosicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini, se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
Poi apparivi, ultima. È un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.
(Eugenio Montale, Nel Fumo)
Eneisy H. P. – 5E

L'attrice sta con la cuffia di fronte a un quadro futurista di boccioni al museo del novecento, intorno a lei il pubblico in cuffia, in ascolto
l'attrice sta seduta nella sala del museo del novecento dedicata a fontana, il pubblico di fronte a lei munito di cuffie sta in ascolto
L'attrice e guida nelle sale del Museo del Novecento parla di fronte a un opera che raffigura una donna seduta con la pelle oro, il vestito nero nell'atto di specchiarsi. intorno all'attrice, il pubblico munito di cuffie
Un gruppo di studentesse e studenti ascolta in cuffia, di fronte alle opere d'arte esposte, Roberta Bosetti, nella performance itinerante al Museo del Novecento dal titolo Exhibition

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