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23 Febbraio – 20 Maggio 2015

Guardami

  • Teatro
  • Danza

di e con Piera Principe
regia Gian Luca Massiotta
violino Giovanna Polacco
voce recitante Elena Bellini
coordinamento Nicola Aliprandi

Quel maledetto incidente si trasformò da disastro a dono.

Negli anni solitari post-incidente imparai a rispettare il mio corpo.
I suoi tempi e i suoi silenzi divennero opportunità straordinarie per cercare le fonti reali del movimento. Il mio gesto paziente ritrovò Armonia e tornammo a danzare con tutta l’abilità della mia disabilità.
Il mio corpo ed io siamo da allora complici. Questo percorso è stato il punto di partenza per avventurarmi con altri corpi complici nel viaggio de La zattera di nessuno.
Tra i miei viaggiatori disabili ho trovato dei veri maestri. Loro mi hanno indicato un’altra strada: amare il limite, il tempo lento, il bilico, il poco evidente.
Mi hanno insegnato a cercare oltre la forma, a danzare e a vivere stando nell’essere e non nel mostrare.
Quel maledetto incidente si trasformò così da disastro a dono.
Quello scarto di vita e quell’attesa forzata in una benedizione.
Da molti anni cerco di comprendere e trasmettere il dono che mi è stato fatto incontrando compagni di viaggio straordinari.
Sono loro i libri più belli che ho letto.
Piera PrincipeLa Zattera di Nessuno – Diario di una danzatrice tra abilità e disabilità, Edizioni Titivillus

GUARDAMI è un grido di allarme contro la sonnolenza del cuore.

Piera non ama parlare del suo incidente.
Ammantata di generoso pudore
detesta speculare su quello che non è più
e anzi non fa che immaginare tutto ciò che non è ancora.
E’ partendo da questa incontenibile energia
che nasce questo viaggio nel suo mondo
magico e sognante, trasversale.
Un invito perentorio a interrogarsi sul senso della vita
ma in punta di piedi e sottovoce, senza fretta,
in bilico tra il dentro e il fuori
del suo spazio vitale, quadrato, metafisico.
Immenso perché piccolissimo.
A tutti coloro che assistono a questa performance
Piera chiede molto di più di una partecipazione attenta.
Esige una totale disponibilità a entrare nel suo universo poetico
semplicemente trasformando il proprio sguardo di spettatori
in una acuta introspezione emotiva.
Chiede non di vedere ma appunto di GUARDARE,
non di sentire ma di ascoltare.
Laddove la danza si concentra sull’esaltazione,
quando non sull’esasperazione, della fisicità
fino a sfidare le leggi della gravità e dell’equilibrio,
qui si esplora il territorio segreto del limite, dell’infinitesimale,
dell’invisibile.
Una ricerca meticolosa e intransigente
spinta fino al confine solo apparentemente inconciliabile
tra abilità e disabilità.
GUARDAMI è un grido di allarme contro la sonnolenza del cuore.
È una richiesta, e un regalo, d’amore.
Gian Luca Massiotta

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