30 Giugno – 1 Luglio 2025
non-scuola
Olinda / Teatro delle Albe
Esito del laboratorio di teatro con adolescenti
- Teatro
30 – 31 Maggio 2025
Alessandro Argnani/Albe / Ker Théâtre Mandiaye N’Diaye / Teatro Caverna
Uno spettacolo nel solco del meticciato teatrale
Spettacolo dagli 8 anni per tutti
30 Maggio 2025, 20:30
Posto unico
15€
31 Maggio 2025, 18:00
Posto unico
15 €
Crediti spettacolo
con Alice Cottifogli, Fallou Diop, Adama Gueye, Moussa N’Diaye
voce registrata Laura Redaelli
regia Alessandro Argnani, Damiano Grasselli
aiuto regia Viviana Magoni
musiche Christian Ravaglioli
costumi Roberto Magnani
intervento artistico su costume di scena Lucia Bubilda Nanni
scenografie Antonio Barbadoro
luci Luca Pagliano
squadra tecnica Alessandro Pippo Bonoli, Gilberto Bonzi, Fabio Ceroni, Enrico Isola, Lorenzo Parisi, Filippo Ianiero, Paolo Baldini, Fagio
una coproduzione Albe/Ravenna Teatro – Teatro Caverna – Ker Théâtre Mandiaye N’Diaye
realizzato grazie a una residenza artistica Olinda/TeatroLaCucina
con il sostegno di Bergamo Brescia 2023 Capitale Italiana della Cultura e dell’Istituto Italiano di Cultura di Dakar
Spettacolo inserito nell’abbonamento Invito a Teatro
Si tratta di una creazione teatrale a partire da Il paese dove non si muore mai di Italo Calvino, uno spettacolo nel solco del meticciato teatrale delle Albe, radice poetica della compagnia sin dalla fine degli anni ’80 creato grazie alla collaborazione con il Teatro Caverna che tra il 2012 e il 2014 ha lavorato al fianco di Mandiaye N’Diaye per la creazione di Opera Lamb.
Nella contaminazione afro-italiana, la storia si sviluppa attraverso la figura di una giovane “toubab” (termine senegalese per indicare “i bianchi”) che rifiutandosi di accettare la morte decide di intraprendere un viaggio verso li paese che dà li titolo alla fiaba. Nel viaggio la giovane incontra insoliti saggi che tra momenti di ilarità ed altri di malinconica poesia, le propongono alternative di longevità. Questi saggi vengono da “un altro mondo”, che è l’Africa, ma anche l’Altrove perché, come ogni fiaba che si rispetti, si svolge nel tempo del sogno, che è ponte tra mondo e storie. Perché la paura che ci accomuna tutti è una sola: quella che spesso non riusciamo neanche a nominare.