23 Giugno 2024

L’ombelico dei limbi

  • Danza
una danzatrice con maglia nera e bordo rosso, mutande nere, un gambale di calza nero si contorce creando una figura triangolare con gambe e torace

Date, orari e repliche spettacolo

  • 23 Giugno 2024, 20:45

progetto, coreografia, danza e costumi Stefania Tansini
musica Paolo Aralla
luci Elena Gui
dramaturg Raffaella Colombo
tutor Silvia Rampelli
cura vocale Monica Demuru
direttore tecnico Omar Scala
assistente al costume Chiara Sommariva
grazie a MeArTe_ fabrics and tailoring
in coproduzione con Fondazione Teatro Grande di Brescia, Romaeuropa Festival, TPE – Teatro Piemonte Europa/Colline Torinesi, Nanou associazione culturale
con il supporto di residenza Artisti nei Territori Masque Teatro, Boarding Pass Plus Dance/Santarcangelo dei Teatri, Olinda residenza artistica, residenza da Centro nazionale di produzione della danza Virgilio Sieni, progetto Air_Artisti in residenza 2023/Lavanderia a Vapore

Artista associata alla Fondazione Teatro Grande di Brescia
Premio Ubu 2022 Miglior attrice/performer under 35

Un percorso performativo che questiona la relazione tra le cose, che scarnifica il luogo e il corpo

Drammaturgo, attore e teorico, tra i più influenti uomini di teatro del Novecento, Antonin Artaud scrisse L’ombelico dei limbi non ancora trentenne. Pubblicato nel 1925, il volume raccoglie una serie di testi compositi, nei quali troviamo molti dei temi che andrà a maturare negli scritti successivi: l’alienazione dal mondo, la creazione di un linguaggio nuovo, il dolore della frammentazione dell’identità. Da qui prende origine la nuova performance di Stefania Tansini, con una messa in scena pensata apposta per il TeatroLaCucina, nella quale il corpo e la voce sono testimonianza lucida dell’angoscia del reale, realtà viva e carnale. Un percorso performativo che questiona la relazione tra le cose, che scarnifica il luogo e il corpo, che procede in una tensione contraddittoria: da una parte la volontà di liberarsi, di farsi a pezzi, di tenersi fuori dal mondo, dall’altra il desiderio di ricostituzione e di condivisione del tormento del corpo.

La danzatrice, con maglia nera e bordo rosso, mutande nere e un gambale nero, sta in posizione fetale su un pavimento nero, attorcigliata su se se stessa, quasi volesse rimpicciolirsi
La danzatrice, vestita di nero, è stesa languidamente su un telo bianco che sembra gettato casualmente, con pieghe a viste, su un pavimento nero

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