13 – 15 Giugno 2025
Noi siamo un minestrone [Imagine]
Teatro delle Ariette
Uno spettacolo per immaginare il presente
- Teatro
20 €
40 spettatori

Date, orari e repliche spettacolo
-
13 Giugno 2025, 20:30
Posto unico
20 €
-
14 Giugno 2025, 20:30
Posto unico
20 €
-
15 Giugno 2025, 20:30
Posto unico
20 €
Crediti spettacolo
di, con, regia Paola Berselli e Stefano Pasquini
organizzazione Irene Bartolini
ufficio stampa e comunicazione Raffaella Ilari
Uno spettacolo per immaginare il presente
In uno spazio quadrato, al centro su tavoli bassi, ci sono due pentole e tutto il necessario per fare il minestrone. Attorno, attori e spettatori, seduti sulle sedie. Più che uno spettacolo meglio pensarlo come un incontro, un pezzo di tempo, un’ora di tempo vissuta poeticamente cercando quello che c’è prima delle parole e quello che resta dopo che sono state pronunciate e dimenticate. Un pezzo di vita per tutte le cose da raccontare, sull’amore, sul teatro, sulla forza delle piante e l’energia degli animali, su come sarebbe facile, in fondo, essere felici.
Un rito laico che congiunge la quotidianità del nutrire al mistero dell’invisibile, mettendo in gioco una teatralità povera, al contempo concretissima e smaterializzata, tesa a una rinnovata costruzione di senso ... Il minestrone diventa così una metafora potente e concreta: mescolare ciò che c’è, senza gerarchie, senza esclusioni. Un piatto umile, ma capace di generare una forma di “noi” a partire dalla diversità.
Michele Pascarella, Gagarin
Note di regia
Abbiamo più di sessant’anni, ci conosciamo dal 1978, da trentacinque anni viviamo alle Ariette e la nostra compagnia ne ha compiuti ventotto. Anni fatti di mesi, di giorni, di ore e minuti. Un tempo infinito, un’eternità, un attimo. È il cammino della vita, la ricerca dell’identità. È la risposta a quella prima domanda: chi siamo noi? Noi chi? Paola e Stefano, oppure io e te, attori e spettatori, noi gruppo, società, massa? Siamo un minestrone. Come il minestrone siamo fatti di acqua. Siamo più di un miscuglio di forme, di specie, di generi. Noi siamo relazione. Noi amiamo, soffriamo, facciamo la guerra e la pace. Il nostro agire ha fatto e fa il mondo, non da solo naturalmente, ma insieme a tutto il resto. E il Teatro è una delle nostre azioni, come il lavoro nei campi, la trasformazione del cibo, l’osservazione della realtà. La relazione cambia le cose. Acqua e farina, nell’incontro, perdono le rispettive identità e ne trovano una nuova chiamata pane. Carote, patate, bietole e zucchine fanno lo stesso. Si incontrano in una pentola, dentro l’acqua che bolle, non saranno mai più quello che erano prima, ne conserveranno solo un ricordo. Ora, insieme, stanno diventando un minestrone. Così, entriamo e ci trasformiamo nello spazio magico del Teatro. L’io diventa noi, la mia storia la tua, la tua vita la mia. In questo tempo di guerre abbiamo fatto uno spettacolo per raccontare l’amore. Aspettando il minestrone, piatto così umile e quotidiano, da appartenere alla vita di tutti. (Paola Berselli, Stefano Pasquini)





