18 Novembre 2025
TUPS – Tipi Umani Particolarmente Strani
Un film di Alberto Valtellina
Proiezione film in collaborazione con Codici
- Salute mentale

Date, orari e repliche spettacolo
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18 Novembre 2025, 19:30
un film di Alberto Valtellina
con Martina Savoia, Sofia, Alice, Enrico Valtellina, Popi Porrini
musica di Alessandro Adelio Rossi pianoforte diegetico Fabrizio Acanfora
riprese di Martina Savoia, Alberto Valtellina, Carlo Valtellina
fotografie nei cimiteri di Martina Savoia
durata 51′, Italia, 2025
in collaborazione con Codici
saranno presenti:
Martina Savoia, protagonista
Alberto Valtellina, regista
Enrico Valtellina, autore di TUPS. Tipi Umani Particolarmente Strani
Compagnons pathétiques qui murmurez à peine,
allez la lampe éteinte et rendez les bijoux.
Un mystère nouveau chante dans vos os.
Développez votre étrangeté légitime.
René Char
Il primo capitolo di un viaggio nelle neuro diversità
È il primo capitolo di un viaggio nelle neuro diversità, un viaggio delicato, “oltre lo sguardo medico”, con attenzione all’autorappresentazione. Guida e mentore della produzione è EnricoValtellina, autorevole voce nel dibattito attuale sui temi, il titolo dei film è ripreso da una sua pubblicazione (Tipi Umani Particolarmente Strani – La sindrome di Asperger come oggetto culturale, Mimesis 2016) ormai un riferimento.
Questo primo “capitolo” inizia con l’AUTCamp, incontro annuale sulla neuro diversità. Appare da remoto Martina, che racconta la propria storia, di madre con quattro diagnosi di autismo. Incontriamo poi Martina più volte a casa sua e nei luoghi che più ama frequentare e fotografare: i cimiteri. Abbiamo deciso di non riprendere le due figlie. Martina ha un grande“archivio” di filmati realizzati con il cellulare: per noi questa è stata un’ottima opportunità sia perché abbiamo potuto mantenere una certa distanza nella vita quotidiana, senza disturbare le bambine, sia perché, da grandi appassionati dell’autorappresentazione, abbiamo avuto accesso a bellissime riprese che aspettavano solo di essere valorizzate
TUPS (POHK) - Il progetto
Un fenomeno culturale straordinariamente interessante caratterizza gli ultimi decenni, un orizzonte surdeterminato di non conformità nelle dimensioni relazionale, sensoriale e cognitiva è stato nominato dal sapere psichiatrico come autismo. Il termine è stato raccolto come marca essenziale della propria relazione al mondo da un numero crescente di persone che sono state riconosciute o si sono riconosciute nella condizione. Progressivamente si sono create reti sociali che raccordano le persone e i genitori, in associazioni ed eventi. Sono stati scritti libri, contestualizzazioni dalla prospettiva delle scienze sociali, autoracconti, narrativa centrata su figure che raccolgono i caratteri individuati dalla condizione, sono stati prodotti film, molti.
Progressivamente si è data qualcosa come una cultura cresciuta a livello planetario completamente autonomizzata dall’inscrizione psichiatrica. È stato creato il termine neurodiversità, in omologia a biodiversità, ad un tempo come polo catalizzatore di queste eccedenze, per altro come affermatività, anche ciò che non corrisponde ai canoni è risorsa da valorizzare. Si è dato qualcosa come un piano identitario, assolutamente paradossale, visto che ciascuna persona riconosciuta nello spettro autistico è differente tanto da chi non lo è quanto da chi lo è, per cui si è creata qualcosa come una classe di singolarità. Cosa straordinariamente interessante su più livelli.
Il film si propone di rappresentare ad un tempo l’emergenza del discorso attraverso incontri con chi ha creato le prime forme associative, quando ancora il discorso era limitato alla matrice medica, quindi di seguire lo sviluppo esponenziale e lo stato presente dei discorsi, coinvolgendo l’attivismo in un autoracconto plurale. Mappare un proteo multiforme in veloce evoluzione come il discorso pubblico sull’autismo è un’impresa complessa sempre a rischio di soffermarsi su singoli aspetti e di totalizzarli, raccogliere la voce di una moltitudine composita che si racconta dovrebbe scongiurare la riproduzione di stereotipi, e permettere di cogliere la ricchezza e la varietà delle esperienze, positive o negative, a volte contraddittorie, che hanno luogo nel complesso manifold delle disabilità relazionali dello spettro autistico.